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Si chiude per ferie


E anche quest'anno chiudo per un paio di settimane il blog, o meglio io non pubblicherò post, ma voi potrete comunque lasciare i vostri commenti.
Un po' al mare... forse a pescare, si vedrà.

Ci risentiremo appena torno, buone vacanze a tutti!

E come diceva una bellissima frase di John Steinbeck.

Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone.


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Paul Marsan, detto Dornac


Purtroppo non ho alcuna notizia di questo bravissimo fotografo, Paul Marsan, conosciuto anche con il cognome Dornac.

La famosa immagine di Paul Verlaine al tavolino di  un café parigino davanti a una bottiglia di assenzio è sua.
E qui di seguito ne pubblico altre.

Prego chiunque possa darmi maggiori informazioni di contattarmi o commentare questo post.
Grazie


Ritratto di Colette , 1903



James Whistler nel suo studio di Parigi al num. 106 di Rue Notre Dame des Champs, 1892


Henri Rousseau, il Doganiere, nel suo studio di Parigi in Rue Perrel, 1907


Auguste Rodin nel suo studio


Claude Monet nel suo studio a Giverny
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Colette


Saint-Sauveur-en-Puisaye, 28 gennaio 1873 – Parigi, 3 agosto 1954

Pseudonimo di Sidonie-Gabrielle Colette, è stata una scrittrice francese, considerata fra i maggiori della prima metà del XX secolo. Insignita delle più importanti onorificenze accademiche, nonché Grand’Ufficiale della Legion d'onore, fu la prima donna nella storia della Repubblica Francese a ricevere funerali di stato. Colette è stata una delle grandi protagoniste della sua epoca, un mito nazionale: oltre che scrittrice prolifica fu attrice di music-hall, spesso nuda durante le sue esibizioni, autrice e critico teatrale, giornalista e caporedattore, sceneggiatrice e critico cinematografico, estetista e commerciante di cosmetici. Ebbe tre mariti e un amante più giovane di lei di trent’anni, più volte fu al centro di scandali per le sue disinibite relazioni sentimentali con alcune personalità mondane, di ambo i sessi, della società francese.
Pur non provando simpatia per le femministe della sua epoca, la sua vita e la sua opera letteraria furono la testimonianza di una donna libera, anticonformista ed emancipata, che sfidò le convenzioni e le restrizioni morali dell’epoca, e che contribuì a rompere certi tabù femminili già a partire dalla sua prima creazione letteraria, il personaggio di Claudine "dall’ammiccante selvatichezza, dalla spregiudicata sensualità" e, come la definirà Willy, "una tahitiana prima dell’avvento dei missionari […], più amorale che immorale". La fortunata serie delle Claudine, piena di un certo pigmento erotico, ai primi del XX secolo rivestiva un carattere osé notevole.

Figlia ultimogenita di un capitano degli zuavi in congedo, Jules Joseph Colette, e di una vedova in prime nozze di un ricco proprietario terriero, Sidonie Landoy (detta "Sido"), Colette cresce in Borgogna in grande libertà e a stretto contatto con la natura; ha un’infanzia felice circondata dall’affetto della famiglia, e fin da bambina impara ad amare la musica e i libri, può leggere tutto ciò che desidera: a sei anni già legge Honoré de Balzac, Alphonse Daudet, Prosper Mérimée e William Shakespeare. Con un padre sprovvisto di senso pratico, Colette viene educata soprattutto dalla madre, una donna perspicace, di mentalità moderna, atea dichiarata e anticonformista, che in paese dà scandalo prendendo a servizio delle ragazze madri. Sido insegna alla figlia ad osservare la natura e le trasmette la passione per il giardinaggio; in ricordo della madre, Colette scriverà il romanzo Sido.
Iscritta alla scuola pubblica di Saint-Sauveur-en-Puisaye, nel 1889 Colette supera brillantemente gli esami di Licenza (Brevet élémentaire) e di Licenza superiore (Certificat d’études primaires supérieures), abilitante all’insegnamento primario. Presumibilmente lo stesso anno conosce Henri Gauthier-Villars, il suo futuro primo marito.
Nel 1891, per problemi finanziari, la famiglia Colette si trasferisce a Châtillon-Coligny, destando così nella futura scrittrice grande rimpianto per l’amato paese natio. Fino al 1892 Colette si dedica ad approfondire la propria formazione musicale e teatrale, stringe il rapporto di conoscenza con Henri Gauthier-Villars, divenuto nel frattempo amico di famiglia, fino a fidanzarsi con lui.

Nel 1893 Colette sposa Henri Gauthier-Villars, noto con lo pseudonimo di Willy, più grande di lei di quattordici anni, e si stabilisce a Parigi. Willy, scrittore, editore, pubblicitario, giornalista di satira di costume e feroce critico musicale, dirige e coordina all’interno di una sorta di officina letteraria, il lavoro di un nutrito gruppo di letterati emergenti, detti "gli schiavi", i cui scritti egli dà alle stampe con il proprio nome. Con una fama da donnaiolo e viveur, Willy è un uomo molto in vista nell’ambiente artistico e mondano della belle époque parigina, e ama essere al centro dell’attenzione, provocare e scandalizzare.
Già al secondo anno di matrimonio Colette si ammala a causa, si presume, di una depressione dovuta alla scoperta dei tradimenti del marito, della vita insalubre che conduce a Parigi e, forse, di una malattia venerea, ristabilendosi dopo qualche mese.
Willy introduce Colette nell’ambiente artistico e mondano parigino e qui fa amicizia con Paul Masson, uno scrittore la cui specialità è produrre falsi letterari, Marcel Schwob, scrittore e traduttore, Mme Arman de Caillavet, la musa di Anatole France, Jean Lorrain, scrittore, e Marguerite Moreno, famosa attrice che diventa sua confidente, conosce fra gli altri La Bella Otero, Marcel Proust, Rachilde, Paul Valéry, Maurice Ravel e Claude Debussy.
Assieme a coloro che già lavorano per lui, Colette è invitata dal marito a collaborare alla sua officina letteraria, pertanto, con la firma congiunta "Colette Gauthier-Villars" appaiono, su giornali e riviste, le sue prime cronache musicali e collaborazioni giornalistiche. Willy inoltre incoraggia la moglie a trasferire in un libro anche le divertenti avventure di bambina che è solita narrargli, Colette inizia così a scrivere il suo primo romanzo, Claudine a scuola, il cui manoscritto verrà da Willy, dopo una prima lettura, giudicato inservibile e riposto in un cassetto per circa quattro anni.

Nel 1899 il manoscritto di Claudine a scuola viene riscoperto da Willy il quale, intuendone ora le potenzialità e con l’intento di proporne la pubblicazione, suggerisce a Colette di accentuarne i temi piccanti che in origine erano appena accennati: «Non potreste […] rendere un po’ piccante questo… queste bambinate? per esempio, fra Claudine e una delle sue compagne, un’amicizia troppo tenera…». Nella stesura di questo primo romanzo, così come nei successivi della serie delle Claudine, ci furono interventi diretti per mano del marito ma, ad ogni modo, poiché il manoscritto originale di Claudine a scuola andò distrutto per ordine di Willy, l’entità del suo contributo rimane per gli studiosi di difficile quantificazione.
Nel 1900 viene pubblicato, a firma "Willy", Claudine a scuola (Claudine à l’école) che, grazie alle conoscenze e alla destrezza da impresario artistico di Willy, ottiene in breve tempo uno strepitoso successo, e rende a Colette, come dono da parte del marito, una proprietà campestre presso Besançon, molto amata dalla scrittrice.
Sfruttando l’onda del successo, Colette scrive il suo seguito, Claudine a Parigi (Claudine à Paris), che viene pubblicato nel 1901 sempre a firma "Willy". Questo secondo romanzo viene da Willy rapidamente trasposto in un’omonima commedia teatrale, interpretata dall’attrice Polaire, che l’anno successivo andrà in scena con successo ai Bouffes-Parisiens, entrando poi in tournée. Sempre nel 1901, mentre il numero delle tirature delle prime due Claudine continua a crescere, Colette, incoraggiata dal marito e che assieme a lei vi partecipa in ménage à trois, intreccia una relazione amorosa con Georgie Raoul-Duval, l’affascinante moglie di un miliardario americano già nota per le sue seduzioni prevalentemente di tipo saffico. Stando alla testimonianza di Willy, l’intesa fra Colette e Georgie si interrompe allorquando Colette scopre che essa ha una relazione a due anche con Willy.
Georgie viene poi raffigurata da Colette nel personaggio di "Rézy" all’interno del romanzo Claudine amoureuse, pubblicato nel 1902, e mai messo in vendita poiché prontamente ritirato da Georgie nel tentativo di evitare uno scandalo. Lo stesso anno, viene pubblicato Claudine si sposa (Claudine en ménage), seconda stesura riveduta di Claudine amoreuse e, quindi, terzo romanzo della serie delle Claudine. Intanto, mentre il numero delle copie dei romanzi cresce e la commedia va in scena propagandata anche da Colette in abiti da Claudine, la coppia Willy-Colette si fa fotografare e intervistare da numerosi giornali e riviste, e Willy, abile pubblicitario che sa sfruttare le sue conoscenze, trasforma il personaggio di Claudine in un marchio che poi mette in vendita ad uso di fabbricanti di oggetti vari.
Il quarto romanzo della serie, Claudine se ne va (Claudine s’en va), viene pubblicato nel 1903, anch’esso come i precedenti uscito a firma del marito, il quale pubblicamente raccoglie tutto il merito e la gloria della serie sebbene la vera autrice sia sempre Colette: la cui immagine ufficiale a questo punto è diventata quella della moglie-adolescente devota al suo barbuto e maturo marito. Solo dopo il loro divorzio la serie delle Claudine verrà pubblicata con le firme congiunte di Colette e Willy.
Claudine a scuola, assieme agli altri romanzi della serie, divenne così "uno dei maggiori best-seller francesi di tutti i tempi", creò un personaggio originale nella letteratura francese, "la prima teenager del secolo", un personaggio che invase la Francia. Nei cabaret e nei caffè-concerto apparve «il tipo» Claudine, "si dice che non ci sia bordello di lusso che non abbia fra il personale una Claudine", numerosi articoli commerciali lanciarono anch’essi "la moda Claudine", apparvero così i "profumi Claudine", i "capelli alla Claudine", i "grembiuli alla Claudine", perfino le "cravatte alla Claudine".

Nel 1904 viene pubblicato Dialogues de bêtes, firmato "Colette Willy", il primo libro di Colette in cui, accanto al nome del marito, compare anche il suo. Intanto Willy, sperando di rinnovare la tiratura delle Claudine, fa scrivere a Colette una versione più libertina del suo noto personaggio, dando così alle stampe Minne, pubblicato a nome "Willy", che l’anno successivo avrà un seguito, Les egarements de Minne, nel quale Colette, ormai stanca della sua sottomissione letteraria alle esigenze del marito, fa morire nel finale il personaggio principale impedendone così ulteriori sviluppi da parte del marito. Il 1905 è anche l’anno che vede la progressiva separazione della coppia Willy-Colette, l’uno ormai palesemente infedele alla moglie, l’altra che si avvicina sempre più al raffinato mondo della Lesbo parigina e che inizia ad esibirsi a teatro.

Nel 1906 Colette diventa compagna e protetta di "Missy", pseudonimo della marchesa Mathilde de Morny, una delle protagoniste del bel mondo e del demi-monde parigino, nota per il suo lesbismo che manifesta travestendosi da uomo. Colette, aiutata da Missy e ormai determinata ad intraprendere una carriera teatrale da mima-danzatrice, si separa da Willy e cambia domicilio.
Nel 1907 al Moulin Rouge, durante la messa in scena della pantomima Rêve d’Égypte, Colette e Missy danno scandalo baciandosi con passione sul palco, dopo la seconda rappresentazione il prefetto Lépine vieterà lo spettacolo. Lo stesso anno Colette e Willy si separano legalmente e Colette fa pubblicare il romanzo Il rifugio sentimentale (La retraite setimentale) a firma di "Colette Willy", questo romanzo è l’ultimo atto della saga delle Claudine, nel quale l’autrice prende le distanze dall’ideale di coppia proposto nei precedenti quattro e nel quale il personaggio di "Renaud", marito di "Claudine", muore. Lo stesso anno, i rapporti fra i due ex coniugi si fanno tesi allorquando Willy vende i diritti delle quattro Claudine e la proprietà campestre presso Besançon. Intanto Colette continua ad esibirsi a teatro.
Nel 1908 si fa notare dalla critica pubblicando su La Vie Parisienne dei testi, poi raccolti nel volume Viticci (Les vrilles de la vigne) , uno dei quali (Nuit blanche) tratta della sua relazione con Missy. Prosegue la carriera teatrale di Colette, che si esibisce anche nel ruolo di Claudine, e nel 1909 scrive e interpreta una commedia per il teatro dal titolo En camarades. Sacha Guitry la sceglie come protagonista di una sua commedia e con lei tiene una conferenza teatrale: negli anni Colette proseguirà quest’attività di conferenziera. Ha un nuovo amante, il ricco Auguste Hériot, e lo stesso anno è ammessa alla Société des Auteurs, intraprende così una serie di azioni legali contro il marito, che le fruttano, tra l’altro, l’inserimento del suo nome nella serie Claudine, una percentuale sulle vendite e i diritti dei due romanzi Minne che, dopo averli rielaborati e fusi in un unico romanzo, pubblica con il titolo L’ingenua libertina (L’ingénue libertine).
Dopo il divorzio da Willy, nel 1910, Colette inizia le sue collaborazioni giornalistiche con il Paris-Journal e con Le Matin, ed è impegnata con una tournée teatrale. Esce a puntate, ne La Vie parisienne, La vagabonda (La vagabonde), che riscuote un discreto successo di critica e pubblico. Durante le vacanze estive Colette ammira le bellezze della Bretagna in una villa di Missy, che l’anno successivo le regalerà e che sarà descritta nei suoi romanzi.
Il 1911 la vedrà impegnata in una tournée teatrale e, nella commedia Xantho chez les courtisanes, Colette si esibisce nuda e ingioiellata. Riceve una proposta di matrimonio da Heriot ma si lega al barone Henry de Jouvenel, divorziato e con un figlio, Bertrand de Jouvenel. De Jouvenel, detto "Sidi", è un giornalista politico e redattore capo de Le Matin, quando conosce Colette è legato ad un’altra donna, una contessa. Dopo varie traversie e sotterfugi per liberarsi dai rispettivi amanti, Colette e Sidi vanno a vivere assieme. Nonostante l’influente posizione del compagno, la coppia ha delle difficoltà economiche, Colette quindi non interrompe il suo lavoro di attrice e continua a collaborare con i giornali con racconti e articoli, anche di cronaca.
Nell’autunno del 1912 muore Sido, sua madre. Incinta, Colette sposa in dicembre Henry de Jouvenel, diventando la baronessa de Jouvenel.

Nel 1913 Colette, pur incinta, continua ad esibirsi a teatro e scrive I retroscena del music hall (L’envers du music hall) che viene pubblicato lo stesso anno. Pubblica anche il libro Prrou, Poucette et quelques autres, si tratta di una serie di dialoghi fra animali, e sulla rivista La Vie Parisienne viene pubblicato a puntate il romanzo L’ancora (L’entrave), con lo stesso personaggio protagonista de La vagabonda. Nasce a maggio la figlia: Colette Renée de Jouvenel, detta "Bel-Gazou". La bambina, affidata ad una severa governante inglese, è da questa allevata in campagna, a Castel-Novel. Colette sarà una madre spesso assente, soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza della Piccola Colette, si manterrà in contatto con la figlia prevalentemente per corrispondenza.
Durante gli anni della prima guerra mondiale (1914 - 1918) l’attività giornalistica di Colette si intensifica, nel 1914 raggiunto a Verdun il marito partito per il fronte, invia a Parigi dei reportages che, però, non passeranno la censura. Con l’entrata dell’Italia in guerra, nel 1915 Colette si reca a Roma dove incontra D’Annunzio, da qui e da altre città italiane spedisce articoli a Parigi, articoli che successivamente saranno raccolti da lei nel volume Les Heureus longues. Ritornerà altre due volte in Italia, a Cernobbio nel 1916 e a Roma l’anno seguente, continuando a scrivere articoli per la stampa e intensificando il suo interesse per il cinema: scriverà infatti articoli di critica cinematografica e una sceneggiatura originale per il film La flamme cachée, sceneggiatura richiestale dalla società cinematografica fondata da "Musidora", attrice e amica di Colette, già protagonista di due film tratti dai suoi romanzi (Minne e La vagabonde). Durante la guerra, il suo lavoro di scrittrice non si interrompe, pubblica tra gli altri La pace tra le bestie (La paix chez les bêtes, 1916), il matrimonio con il marito invece, che nel frattempo ha intrapreso una carriera politica, conosce alti e bassi per via dei tradimenti di lui.
Nel 1919 esce in volume Mitsou ovvero come le fanciulle diventano sagge (Mitsou ou Comment l'ésprit vient aux filles) che, malgrado la critica sia discorde, ha successo. Fra gli estimatori di Mitsou c’è Marcel Proust il quale scrive: "Ho un poco pianto stasera, per la prima volta dopo molto tempo, eppure da un pezzo sono oppresso da dispiaceri, da sofferenze, e da seccature. Ma se ho pianto non è per tutto questo, è leggendo la lettera di Mitsou… Le due lettere finali sono il capolavoro del libro". Lo stesso anno Henry de Jouvenel riprende il suo lavoro di direttore a Le Matin e Colette è nominata caporedattore della sezione letteraria del giornale del marito e successivamente assumerà anche l’incarico di critico teatrale. Nella sua nuova veste di importante giornalista e moglie di un uomo politicamente influente ha modo di conoscere i personaggi più noti di tutta Parigi (tra gli altri anche il presidente della repubblica, Raymond Poincaré).

Nel 1920 ne La Vie Parisienne, viene pubblicato a puntate il romanzo Chéri, che subito suscita scandalo ma che annovera fra i suoi estimatori André Gide, che così scrive: "Da un capo all’altro del libro, non un cedimento, non una ridondanza, non un luogo comune" e anche "Che splendido argomento è quello che ha scelto! E con quale intelligenza, padronanza e conoscenza dei segreti meno confessati della carne". Ma quel che si scrive succede dice Colette, e infatti lo stesso anno, la quarantasettenne Colette conosce Bertrand de Jouvenel, il figlio diciassettenne del marito, con il quale instaura una relazione amorosa. Sempre quest’anno viene insignita della Legion d'onore con il grado di Cavaliere.
Nel 1921 Henry de Jouvenel diventa senatore ma, poiché una rivista tedesca pubblica una foto di Colette nuda risalente agli anni del teatro, viene stroncata la sua possibilità di diventare il futuro ambasciatore di Berlino: Colette farà di tutto perché il suo passato non sia nuovamente usato contro di lei. Intanto esce a teatro Chéri, riadattamento di Colette, in collaborazione con Léopold Marchand, del romanzo omonimo, che l’anno successivo sarà interpretato da Colette stessa nella parte di "Léa": il pubblico non si lascerà sfuggire l’occasione di notare la correlazione fra "Léa"-Colette e "Chéri"-Bertrand. Sempre nel 1922 esce La Maison de Claudine, un libro che rievoca luoghi e persone della sua infanzia a Saint-Sauveur. Intanto il matrimonio fra Colette e Henry de Jouvenel, anch’esso impegnato in relazioni extra-coniugali, entra sempre più in crisi.
Nel 1923 esce a puntate su Le Matin, Il grano in erba (Le blé en herbe), la cui pubblicazione viene interrotta per scandalo dopo quattordici puntate, lo stesso anno verrà pubblicato in volume e sarà questo il primo libro firmato solo Colette (gli altri erano firmati "Colette Willy"). Intanto il marito tronca bruscamente i rapporti, forse a causa della chiacchierata relazione di Colette con Bertrand, iniziano così le trattative per il divorzio. L’anno successivo Colette interrompe la collaborazione con Le Matin (poiché il marito ne era il direttore) e inizia a collaborare con altri giornali, tra i quali Le Figaro, vivendo dei proventi da giornalista e continuando a pubblicare altri libri (La Femme cachée e Aventures quotidiennes).
Nel 1925 la scrittrice è impegnata a portare in tournée la commedia Chéri, e Maurice Ravel musica l’opera di Colette Divertissement pour ma fille, facendone un balletto dal titolo L’Enfant et les sortilèges, che va in scena a Montecarlo. In occasione dello spettacolo, Marguerite Moreno giunge a Montecarlo con l’amico Maurice Goudeket, un commerciante di perle, che si innamora, corrisposto, di Colette. Intanto Colette e Bertrand de Jouvenel si lasciano e il divorzio con il marito diventa definitivo.
Nel 1926 esce La fine di Chéri (La fin de Chéri), il seguito di Chéri, nel quale il protagonista perseguitato dai ricordi del suo amore per "Léa" muore suicida. Colette si disfa di ciò che le ricorda il suo passato vendendo o affittando le sue precedenti abitazioni e compra in Costa Azzurra una casa immersa nel verde, poi descritta nei suoi libri. A teatro interpreta la parte di "Renée" ne La vagabonde, opera tratta dal suo omonimo romanzo. L’anno seguente gli intellettuali iniziano ad interessarsi al complesso della sua produzione letteraria, e Colette durante l’estate, rileggendo le lettere di sua madre, inizia a scrivere La nascita del giorno (La naissance du jour) che sarà pubblicato con successo nel 1928: si tratta di una serie di ricordi, alcuni anche su sua madre. Sempre nel 1928 è promossa al grado di Ufficiale della Legion d'onore, l’anno seguente viaggia in Spagna, Marocco e Belgio raccogliendo impressioni che saranno poi trascritte nei suoi libri e pubblica La Seconda (La Seconde) e una prima versione del libro Sido.

Nel 1930 esce Sido, il romanzo di ricordi su sua madre e, durante un viaggio in crociera, inizia a scrivere Ces plaisirs… (il futuro Il puro e l’impuro) e pubblica Histoires pour Bel-Gazou.
Nel 1931 muore Willy e Colette si fa notare per la sua assenza ai funerali. Esce un film tratto da La vagabonda, con la sceneggiatura di Colette, primo film sonoro in Francia. Esce a puntate, sulla rivista Gringoire, Ces plaisirs…, la cui pubblicazione, per via dell’argomento scabroso, viene interrotta dopo solo tre puntate.

Nel 1932 Colette apre un istituto di bellezza nel quale distribuisce consigli di make-up e di bellezza alle dame parigine che lei stessa trucca personalmente. Visto il successo di questa impresa nascono quattro succursali, e altri negozi vendono i prodotti e i cosmetici pubblicizzati e curati da Colette, con la sua immagine nelle etichette, disegnata da lei stessa. Pubblica Prisons et paradis, ma già l’anno successivo l’attività commerciale, sebbene riscuota successo, risulta sfibrante e rallenta il suo lavoro di scrittrice, nel 1933 collabora ad una sceneggiatura per il cinema, diventa critico teatrale per Le Journal, e pubblica La gatta (La chatte).
Gli anni dal 1934 al 1939 sono i meno prolifici per la Colette-Scrittrice, in questo periodo infatti è molto impegnata nella sua attività di critico teatrale per Le Journal: le sue recensioni saranno ogni anno, per quattro anni, raccolte e pubblicate in un volume dal titolo Le Jumelle noire. Non smette comunque di pubblicare: nel 1934 esce il romanzo Duo, nel 1936 il romanzo autobiografico Il mio noviziato (Mes Apprentissages. Ce que Claudine n’a pas dit) che tratta dei suoi esordi e di Willy, e nel 1937 una raccolta di racconti dal titolo Bellavista (Bella-vista). Durante questo periodo, mentre la sua notorietà va accrescendosi sempre più, collabora per l’adattamento cinematografico del suo libro I retroscena del music-hall. Nel 1935 si sposa con Goudeket e trascorre il viaggio di nozze negli USA, lo stesso anno anche sua figlia si sposa separandosi poi, con scandalo, poche settimane dopo il matrimonio. Nel 1936 diventa Comandante della Legion d'onore e viene ufficialmente eletta membro dell’Académie royale belge de langue et de littérature françaises. Nel 1938 si trasferisce a vivere al primo piano del Palais-Royal, sua dimora parigina definitiva, termina la sua collaborazione con Le Journal e inizia a collaborare per il Paris-Soir. Nel 1939 pubblica il seguito di Duo, Il cucciolaio (Le Toutounier), le viene diagnosticata un’artrosi all’anca e allo scoppio della seconda guerra mondiale collabora per Radio Paris-Mondial assieme al marito.
Colette, muovendosi sempre più a fatica per il progressivo peggioramento della sua artrosi, trascorre tutto il periodo della guerra a Parigi, chiusa dentro il suo appartamento al Palais-Royal, riuscendo a barcamenarsi con le spese grazie alle sue conoscenze e al suo senso pratico. In questi primi anni pubblica nel 1940 Camera d’albergo (Chambre d’hôtel), e nel 1941 Julie de Carneilhan, Journal à rebours, Mes cahiers, e Il puro e l’impuro (Le pur et l’impur), la versione definitiva di Ces plaisirs…, oltre ad una serie di articoli che diventeranno poi un libro Dalla mia finestra (De ma fenêtre). Sempre nel 1941 il marito, che è ebreo, viene arrestato e spedito in un campo di concentramento, l’anno successivo Colette riuscirà a farlo liberare, non si sa come, ma si presume sfruttando le sue amicizie. Nel 1942 esce su una rivista Gigi che sarà poi pubblicato due anni dopo assieme ad altri racconti. Nel 1943 pubblica Flore et Pomone e Il kepì (Le képi), una serie di racconti. Nell’anno della liberazione della Francia, il 1944, mentre la fama di Colette si consolida, sua figlia giunge a Parigi da partigiana. Al termine della guerra anche Bel-Gazou tenterà la strada del giornalismo, fra l’altro sarà l’autrice di un grande reportage sull’estate tedesca del ‘45, ma la notorietà della madre sarà per lei un ostacolo ineludibile: in seguito diventerà antiquaria e gli ultimi anni della sua vita li dedicherà a consacrare la memoria della madre, morirà nel 1981.

Nel 1945 Colette viene eletta membro dell’Académie Goncourt, seconda donna dopo la scrittrice Judith Gauthier, il marito intanto è diventato editore.
Nel 1946 intraprende una serie di cure per la malattia di cui soffre e pubblica L’Etoile Vesper, l’anno successivo la sua salute migliora un po’ e Colette continua a partecipare alla vita accademica, riceve anche la visita di Truman Capote, che ne parlerà in uno dei suoi testi.
Nel 1948 si occupa della revisione e della raccolta dell’intera sua opera per l’edizione Le Fleuron, diretta dal marito, e pubblicata poi in 15 volumi (Œuvre complete, 1948-1950), un impegno colossale che la terrà occupata a lungo; pubblica anche Per un erbario (Pour un herbier).
Nel 1949 la fama di Colette è consacrata e, come ad un "monumento delle lettere francesi […] istituzione vivente, testimone del tempo", all’interno del suo appartamento al Palais-Royal Colette vedrà sfilare un susseguirsi incessante di visitatori. Noto è anche il divano-letto sul quale Colette, semi paralizzata, lavora e passa gran parte del suo tempo. Diventa Presidente dell’Académie Goncourt e pubblica Le fanal bleu e il suo ultimo libro, En pays connu, una raccolta di scritti.
Nel 1950 fra spostamenti vari in cerca di cure e il lavoro di adattamento teatrale del suo romanzo La Seconda (che va in scena l’anno seguente), viene eletta presidente onorario del Consiglio letterario del Principato di Monaco e riceve in visita la regina Elisabetta del Belgio.
Nel 1951, tornata a Montecarlo sempre in cerca di cure, nota all’Hôtel de Paris una giovane attrice, Audrey Hepburn, e la sceglie per interpretare la commedia Gigi, che andrà in scena a Broadway.
L’anno seguente le sue condizioni di salute peggiorano sempre di più, nel 1953 in occasione dei suoi 80 anni, l’idolo Colette riceve tributi e onorificenze quali la medaglia della Città di Parigi, l’elezione a membro onorario del National Institute of Art and Letters di Nuova York, e il grado di Grand’Ufficiale della Legion d'onore.
Nel 1954 Colette, giunta al termine della sua lunga malattia, si spegne il 3 agosto a Parigi, nella sua stanza al Palais-Royal. Non senza un seguito di polemiche e indignazioni, la Chiesa rifiuta i funerali religiosi e Colette, prima donna in Francia, riceverà le esequie di stato nella corte d’onore del Palais-Royal. È sepolta nel cimitero di Père Lachaise.

http://it.wikipedia.org/wiki/Colette





Ritratta da Jacques Humbert




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Juti Ravenna


Annone Veneto, 1897 – Treviso, 1972

E' stato un pittore italiano, esponente della pittura veneta del '900.

Dopo gli anni trascorsi al fronte nella prima guerra mondiale, ebbe occasione di conoscere a Firenze le opere di Ardengo Soffici e i suoi scritti su "La Voce" che gli rivelarono la pittura degli impressionisti francesi. Dal 1920 si trasferì a Venezia e frequentò l'Accademia di Belle Arti. Iniziò ad esporre nel 1921, e conobbe Gino Rossi (del quale più tardi si adopererà con costanza per la rivalutazione e conoscenza dell'opera), Enrico Fonda e Pio Semeghini del quale divenne amico e che gli avrebbe fatto, in occasioni diverse, tre ritratti. Cominciò a recarsi spesso a dipingere a Burano assieme al pittore Seibezzi. Nel 1924 Nino Barbantini gli organizzò una mostra personale nell'ambito dell'Esposizione dell'Opera Bevilacqua La Masa a Ca' Pesaro.
Da allora espose nelle mostre di Ca' Pesaro, nelle Quadriennali e nelle più importanti mostre in Italia e all'estero ottenendo numerosi premi. Fu presente inoltre alle Biennali di Venezia negli anni 1928, 1930, 1932, 1934, 1948, 1950 e 1972.

"La posizione di Ravenna in quel periodo si può collocare nel post-impressionismo veneto che si affermò nelle mostre di Ca' Pesaro e che non fu un movimento vero e proprio, con programmi prestabiliti, ma una libera intesa fra giovani decisi a rinnovare il mezzo espressivo per adeguarlo alle mutate sensibilità, in netto contrasto con l'accademismo imperante nelle Biennali dell'epoca, e conferire ad esso un respiro europeo. Spirito inquieto e profondamente meditativo, egli non si stancò di spingere sempre più oltre le sue curiosità d'uomo aperto a tutte le civiltà pittoriche, antiche e recenti, che la sua cultura gli andava proponendo di volta in volta. Ed ecco la serie dei mirabili paesaggi veneziani; la sua è una Venezia del tutto inedita, spogliata di ogni inutile malizia, in decisa opposizione al “vedutismo” facile e gratuito allora in voga. Una visione malinconica, permeata di sottile quanto intensa poesia, che riconduce al lucido e invernale aspetto cantato dal suo amico poeta Cardarelli, col quale trascorreva le notti passeggiando per le calli in interminabili conversazioni". Nel 1928 tramite suo conobbe Filippo De Pisis, appena giunto da Parigi, di cui divenne amico, offrendogli anche ospitalità per alcuni mesi nel suo studio.

Ravenna durante la sua attività collaborò costantemente, con scritti critici ed illustrazioni, a varie riviste e contribuì al rinnovamento tipografico in Italia curando la stampa di parecchie edizioni. Nel 1943, tra mille difficoltà, in collaborazione con Egidio Bonfante pubblicò il volume 50 disegni di Picasso a cui seguì due anni dopo, sempre con Bonfante, il volume Arte Cubista.

"Uomo di terra più che di mare, Ravenna non riuscì mai a sottrarsi alle suggestioni della campagna del retroterra lagunare e di quella più propriamente trevigiana, sino alle prealpi." Così nel 1948 abbandonò Venezia (la grande soffitta di Palazzo Carminati, meta di famosi artisti, letterati e critici, italiani e stranieri) e si stabilì a Treviso, città che amava particolarmente e dove contava numerosi amici nell'ambito culturale (Giovanni Comisso, Sante Cancian – scomparso nel '47 -, Toni Perolo, Nevra Garatti); qui sposò la vedova di Cancian e nacque il figlio Luciano.

Nel 1951 vinse (assieme a Virgilio Guidi) il primo premio alla seconda edizione del Premio Burano.
"Il trasferimento a Treviso, a contatto con una natura esuberante, ricca di alberi e fiumi, fece subentrare in lui una prepotente e calda sensualità: dopo i prediletti grigi, rosa e violetti stesi sulla tela in finissimi accordi nel periodo veneziano, ecco i colori vivi e splendenti, in liberi e arditi accostamenti. Non si trattava però di un orgiastico e confuso abbandono, ma di una felice esplosione contenuta entro i limiti del più rigoroso controllo."

"Si recò ogni inverno, per molti anni, a dipingere nella riviera ligure, conquistato dalla bellezza dei luoghi e dalla dolcezza del clima; nacque così la serie delle Boutiques, un motivo del tutto inedito nella pittura italiana contemporanea, un tema ripreso continuamente in infinite variazioni, con sempre qualcosa da scoprire; il colore non indugiava in un minuto e laborioso descrittivismo, ma era simile alle note di una musica vibrante, suggerita dagli oggetti affastellati nell'interno e sulla soglia, di una sinfonia ricchissima di timbri e di ritmi, intonata su una stagione felice e profondamente goduta. Vi era qui sempre presente il suo amore per la bella materia, asciutta e pura, la sua pulizia, specchio esatto di quella interiore, il suo buono e coscienzioso mestiere, derivato dallo studio attento degli antichi maestri, la sua sapienza di disegnatore."

Successivamente furono numerosi i riconoscimenti che gli vennero attribuiti in campo nazionale fino all'onorificenza di Commendatore della Repubblica per attività artistica e la nomina ad Accademico Benemerito dell'Accademia Universitaria G. Marconi di Roma per l'attività nel campo delle arti figurative.
Ciò non cambiò però il suo modo di vivere, sempre schivo e modesto, alla maniera dei veri artisti, sacrificando tutto per l'arte.

Il 29 aprile 1972 Juti Ravenna, da tempo ammalato, si spense all'ospedale di Treviso.
Scrisse alcuni anni fa Vittorio Sgarbi: “Probabilmente c'è ancora molto da rivedere, valutazioni da capovolgere, falsi miti da abbattere e forse, nella nuova storia che sarà scritta, Ravenna avrà un posto nelle prime file”.
http://it.wikipedia.org/wiki/Juti_Ravenna


Da sinistra Juti Ravenna in basso Fioravante Seibezzi a fianco Aldo Bergamini sopra Mario Varagnolo in alto Nereo Costantini




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Le passeggiate al Campo di Marte


L'altra sera, scorrendo annoiata tra i canali, mi sono soffermata sul film "Le passeggiate al Campo di Marte".
Si tratta di una pellicola molto particolare del regista Robert Guediguian che ambienta la trama in una Parigi soffusa e circoscritta.
Per chi vuole capirne un po' di più senza stancarsi...

Il regista marsigliese ha dedicato agli ultimi mesi di vita del socialista François Mitterrand (26-10-1916/8-1-1996), eletto presidente nel 1981 e nel 1988, soprannominato "ultimo re di Francia". Scritto con Gilles Tourand e con il giornalista Georges-Marc Benamou e basato sul libro Le dernier Mitterrand in cui Benamou raccolse i colloqui avuti col presidente tra il '92 e il '95. Amareggiato dalle accuse di essersi compromesso nel '42 col regime collaborazionista di Pétain prima di entrare nella resistenza antinazista, Mitterrand si confida col giovane giornalista Antoine Moreau, gauchiste moderato, in conversazioni nell'appartamento presidenziale e in giro per la Francia. Ne esce il ritratto poliedrico, pubblico e privato, di un vecchio di grande statura politica e di segreta fragilità umana, piegato dalla malattia (cancro alla prostata), ambiguo nel respingere le accuse più infamanti per il suo passato. È desideroso di immortalità come politico di potere, ma coraggioso, come uomo, nel confessare la mancanza di illusioni davanti alla morte.

http://cinema-tv.corriere.it/film/le-passeggiate-al-campo-di-marte/03_55_66.shtml



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Enrico Sacchetti


Roma, 1877 – Settignano, 27 dicembre 1967

E' stato un pittore, illustratore e scrittore italiano, vincitore del Premio Bagutta nel 1935 con "Vita da artista".

Nato a Roma da famiglia toscana, figlio di Giuseppe, funzionario statale e pittore per passione, amico di Telemaco Signorini, e di Isolina Cecchini, viene introdotto nell'ambiente artistico della città natale di Firenze fin da ragazzo.

Conclusi gli studi tecnici, seguiti per soddisfare le aspettative lavorative del padre, rientra a Firenze, dove diventa grande amico di Libero Andreotti. Nel 1901 collabora con Vamba, al Bruscolo, per poi intraprendere l'attività di caricaturista con Umberto Notari, che lo porta al successo.

E' amico di Filippo Tommaso Marinetti, di cui illustra la rivista di poesia, e diviene uno dei più famosi illustratori pubblicitari, grazie alla fortunata serie del Bitter Campari e dello sciroppo rinvigorente Proton.

Nel 1908 si trasferisce in Argentina, dove a Buenos Aires collabora per El Diario, quotidiano della capitale, ma deluso dall'esperienza sudamericana, rientra in Europa dove, per un breve periodo soggiorna a Parigi. Dal 1912 inizia a collaborare assiduamente a "La Lettura", mensile illustrato del "Corriere della Sera", per cui disegna moltissime delle copertine a colori e delle illustrazioni interne in bianco e nero che accompagnavano novelle e romanzi. Il suo stile caratterizzerà visivamente il periodico per circa 25 anni (così come Achille Beltrame e Walter Molino caratterizzano "La Domenica del Corriere"). Durante la Prima guerra mondiale, arruolato nelle file del Regio esercito, collaborò a La Tradotta la famosa rivista della III Armata. All'opera pittorica affiancherà anche una saltuaria collaborazione con il "Corriere" come elzevirista.

http://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Sacchetti




 


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Jules Guérin


18 novembre 1866 - 14 giugno 1946

Muralista, disegnatore architettonico e illustratore americano, Jules Vallée Guérin è nato a St. Louis, nel Missouri il 18 novembre 1866 e si trasferì a Chicago per studiare arte nel 1880.
Nel 1889 è noto per aver condiviso lo studio con il designer Winsor McCay.
Si influenzarono a vicenda nell'utilizzo di punti di vista audaci nelle loro illustrazioni.
Nel 1893 Guérin rappresentò uno degli edifici della Fiera Mondiale di Chicago. Molti dubbi sorgono sulla sua formazione artistica forse ricevuta anche nella capitale parigini, ma niente ci testimonia questa supposizione.

Nel 1900 ha fondato uno studio a New York, dove ha fatto il suo nome come architetto e illustratore. Il suo primo impegno importante fu quando Charles McKim Follen lo assunse per creare alcune illustrazioni per i documenti del Senato, per Washington. Questi sono stati esposti e pubblicati nel 1902. Altri architetti iniziarono poi ad assumere Guérin per lavori simili, tra cui rappresentazioni drammatiche dei loro edifici.
Jules Guérin lavorò soprattutto con l'acquerello, il guazzo, la tempera.
La sua fama come colorista si diffuse rapidamente; cominciò a lavorare per alcune riviste e a vendere le sue litografie. Guérin collaborò attivamente anche per le riviste Scribner's Magazine e Century Magazine.

Nel 1907 Daniel Burnham e Edward Bennett assunsero Guérin a fare delle illustrazioni di edifici a volo di uccello. La maggioranza di queste illustrazioni sono nella collezione del Dipartimento di Architettura presso l'Art Institute di Chicago, mentre altre sono attualmente di proprietà del Chicago Historical Society.
Nel 1912, quando l'architetto Henry Bacon era in concorrenza con John Russell Pope per vincere la Commissione per il Lincoln Memorial a Washington DC, il primo assunse Guérin per realizzare progetti e modelli per vincere il concorso e realizzare il Lincoln Memorial. Dopo aver ricevuto l'incarico, Bacon mantenne con se Guérin che realizzò due immensi murales.

In aggiunta alla sua attività di illustratore, Guérin ha preso parte attiva nelle esposizioni internazionali del suo tempo, mostrando le proprie opere al Pan American Expo Buffalo, New York nel 1901; in Louisiana al Purchase Expo tenutosi a St Louis nel 1904 in cui vinse una medaglia d'argento, e all'Expo Lewis & Clark a Portland, in Oregon nel 1905.
Nel 1915, Guérin assunse l'incarico da Edward Bennett di diventare direttore della Panama Pacific International Exposition di San Francisco.

Guérin lavorò anche come illustratore di libri. Dal 1909 al 1911 il pittore viaggiò con Robert Hitchens per creare illustrazioni per i suoi libri sull'Egitto, sulla Terra Santa e sul Vicino Oriente. Le litografie a colori di Guérin sono superbe in questi libri e hanno assunto un alto valore collezionistico.
Nonostante il suo desiderio di essere considerato come un grande artista, Jules Guérin è più apprezzato come illustratore e  disegnatore architettonico. In realtà, egli si erge tra un gruppo distinto di artisti americani che hanno portato alla vita le scene e gli edifici della "Progressive Era" sulla carta stampata emergenti del primo Novecento.





Il Lincoln Memorial di Washington


Murales "Emancipazione" del Lincoln Memorial






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