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Il Bataclan

http://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2015/11/Bataclan.jpg

E' quasi d'obbligo per me postarvi qualcosa sul Bataclan.
Da anni in questo blog scorrono le storie dei locali storici della capitale francese; il Bataclan era già entrato da più di un secolo nella storia di Parigi; tristemente, ora, è tornato a comparire nelle prime pagine dei nostri giornali.
Ma invece di scrivere di quanto accaduto in questi giorni, ve ne racconto quello che di più emozionante c'è per me nei locali di Parigi: la loro storia, i personaggi che li hanno visitati, gli accadimenti.
Lasciamo a chi di dovere parlare del resto.

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/ce/Bataclan-1865.jpeg

Il Bataclan, dunque, è una "sala da spettacolo" di Parigi, sita nell'XI arrondissement. Costruito nel 1864 su progetto dell'architetto Charles Duval, trae il suo nome dall'operetta in un atto di ambientazione cinese Ba-ta-clan di Jacques Offenbach, rappresentata nel 1855.
L'11 marzo 1991 l'edificio che lo ospita è stato dichiarato monumento storico ai sensi della legge francese.

Il Bataclan, in origine, era una grande sala da café-concert dallo stile orientaleggiante ispirato all'architettura cinese, la facciata era dotata di una articolata pagoda ricca di statue di divinità, dragoni cinesi e aste portabandiera. Il caffè e il teatro erano situati al piano terra, mentre al piano superiore c'era un'ampia sala da ballo. Vi andavano in scena concerti e spettacoli di vaudevilledi Scribe, Bayard, Mélesville e Dumersan.

Nel 1926 l'auditorium del Bataclan venne venduto e trasformato in un cinema, che però nel 1933 andò a fuoco con danni soprattutto al tetto a pagoda. L'edificio originale venne poi parzialmente demolito nel 1950 per adeguarlo alle nuove norme di sicurezza allora in vigore. Nel 1969 il cinema chiuse e l'auditorium diventò nuovamente una sala da spettacolo. La struttura venne inaugurata il 3 febbraio 1865.

Nel 1892 fu acquistato dal cantante Paulus. Nel corso degli anni successivi la sala alternò periodi felici ad altri meno a causa dei frequenti cambiamenti di proprietà, ma visse un nuovo momento di gloria dopo il 1910, grazie a un restauro e un programma incentrato esclusivamente sulla rivista, specialmente gli spettacoli messi in scena da José de Bérys. Fu al Bataclan che Maurice Chevalier ottenne i suoi primi successi. Spinta dal successo ottenuto, la troupe del Bataclan decise di organizzare un tour all'estero recandosi in Sud America, ma l'iniziativa si rivelò economicamente disastrosa.

Al giorno d'oggi il Bataclan è noto per il suo programma assai vario che comprende concerti rock e pop, spettacoli comici, serate disco e di café-théâtre. La facciata è stata ridipinta nel 2006 con i colori originali, anche se il tetto originale non esiste più da molto tempo.

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La sera del 13 novembre 2015, durante un concerto degli Eagles of Death Metal, il Bataclan è stato teatro di un attacco terroristico che ha portato a 89 vittime.

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https://it.wikipedia.org/wiki/Bataclan
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Il Cafè de la Paix

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Fin dalla loro inaugurazione il 5 maggio 1862, l'Hotel de la Paix, che in seguito divenne l'InterContinental Paris Le Grand e il Café de la Paix sono istituzioni reali, famose in tutto il mondo.

Bar ristorante in stile Secondo Impero, il Café de la Paix mette in mostra con orgoglio sontuosi affreschi e dorature.

Nel 1896, Eugene Pirou organizza nel mezzanino del locale, all'epoca adibito a cinema, le prime proiezioni. L'ingresso costava un franco e le proiezioni duravano fino a mezzanotte.
Due anni dopo, nel 1898 in un caldo un pomeriggio d'estate, Oscar Wilde, un habitué sulla terrazza del Café de la Paix, è testimone di un fenomeno strano: il pavimento si cosparge di una leggera nebbia che si alza da terra. Improvvisamente il poeta vede apparire nel vapore nel centro della piazza un angelo dorato che si ergeva sempre più in alto. Una certa emozione segue. Le donne spariscono. I tavoli vengono ribaltati. Un miracolo? No! In realtà si tratta dell'oscuramento dei raggi del sole coperti dalla figura allegorica dorata sulla cima dell'Opera, giusto di fronte al locale. L'ombra di questa figura proiettata al centro della piazza din dentro il locale, sembrava un essere soprannaturale.

Nel 1914, durante i festeggiamenti per la vittoria sui tedeschi, Georges Clemenceau si trasferisce al piano di sopra a guardare la parata militare di fronte al Teatro dell'Opera.

Nel 1938, la direzione del Café de la Paix, dopo aver enormemente aumentato i propri guadagni, decidi di creare una catena detta "Pam Pam"; si trattava, per lo più, di ristoranti ispirati a modelli americani e caratterizzati da un servizio veloce e prezzi modici e di facile accessibilità. Una sede della catena Pam Pam apre sugli Champs-Elysées, un'altra presso l'Opera. Entusiasta e sull'onda di una moda più che altro passeggera per l'epoca, l'amministrazione della catena Pam Pam riuscì a resistere fino alla fine degi tardi anni '70.
Nel 1939, per la prima volta nella sua storia, il Café de la Paix chiude il giorno della dichiarazione di guerra.
Il 25 agosto 1944, durante i combattimenti per la liberazione, una granata tedesca provoca un incendio all'interno del locale, prontamente spento dal corpo dei pompieri dell'epoca.

Nel novembre 1948, il ristorante presta la sua fama e i suoi locali alle riprese del film "Questa è Parigi", primo programma televisivo trasmesso in diretta dalla Francia agli Stati Uniti, con Yves Montand, Maurice Chevalier e Henri Salvador.

Durante gli anni cinquanta, Marlene Dietrich ha creato dei paravento decorati attraverso i quali la clientela era costretta a passare per recarsi alle bagni e gli inservienti alle cucine.
Nel 1976, il giornalista televisivo Leon Zitrone decide di festeggiare il suo giubileo professionale. Egli manda a tutti i suoi amici e parenti bellissimi inviti. Il M.L.F. (Mouvement Loufoque Français) animato dal comico Pierre Dac e dai suoi amici decidono di fare uno scherzo al giornalista mandando altri inviti a tutti i custodi del XIX arrondissement, a compagnie e società di circo e di fisarmonicisti.

Nel 1982, il Comédie Française festeggia al Café de la Paix il suo emozionante 300° anniversario per ricordare la sua fondazione da parte di Molière. Alla sontuosa cena partecipa tutta la buona società parigina tra cui anche Jean Piat, Sophie Desmarest, Jean Le Poulain, Michel Duchaussoy, Annie Ducaux, Georges Descrières, Bernard Blier e José Artur.

Nel 1989, qui si celebra il bicentenario della Rivoluzione francese, con una mostra di scene della Rivoluzione in collaborazione con il Museo Grevin e la presentazione alla stampa del busto di Marianne du Centenaire.

Nel 2000, al Café de la Paix è stato assegnato il primo premio del Patrimonio parigino promosso dal Comune di Parigi per tutti i bar, ristoranti e locali notturni della capitale.

Nel 2003, il Café de la Paix è stato completamente rinnovato: l'arredamento del vecchio giardino e le pareti divisorie scompaiono per fare spazio a prospettive più ariose e luminose, che rendono la sua atmosfera e i suoi volumi originali e moderni.

[trad. di http://www.cafedelapaix.fr]

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg10IJZFrqWOC6gaxFwnvh3FXM7Zx5zVhNwUCgoNS0_OCL323afQjYE_zzso6ll5OgdnTLhcM_M5mEIoSv2cjAODzISuNYJHAT3sULzysJv-UpspuAGoPNKHmXV6BH-hCfhlAfo0fkjzkk/s400/Screen+shot+2012-02-16+at+12.47.09+PM.png

http://postcardmemory.files.wordpress.com/2013/03/paris-cafe-484.jpg

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a7/Caf%C3%A9_de_la_Paix,_Paris,_1911.jpg

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http://i.imgur.com/COSxZ.jpg

Una bellissima foto trovata nel web di qualcuno che l'ha intitolata "Mio padre al Cafè de la Paix, 1945".
Se questa persona mi legge, si metta in contatto con me tramite il blog!

http://www.cafedelapaix.fr/maj/images_resized/880-so-uneinstitution-photolieuhistorique2-fr2.jpg

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1d/Caf%C3%A9_de_la_Paix_Paris_France.JPG

http://www.parisperfect.com/blog/wp-content/uploads/2012/11/Cafe-de-la-Paix-Dining-Room-Paris.jpg

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e2/Constant_Korovine_Caf%C3%A9_de_la_paix.jpg

Dipinto di Kostantine Korovin

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b3/Metro_de_Paris_-_Ouvrage_superposition_Opera_01.jpg

Il Cafè a sinistra, al centro i lavori dell'entrata della metropolitana


La stessa scena, oggi
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Il Cafè du Metro


13, Rue du Vieux Colombier
Alla fine del XVII secolo, gli immigrati dal Massiccio Centrale arrivati a Parigi si distinsero per la volontà e caparbietà nei lavori di dura fatica che i parigini rifiutavano di svolgere.
Una delle esigenze maggiori fu l'acqua corrente che ancora non esisteva, ma che i cittadini della capitale francese chiedevano a gran voce considerando i cambiamenti negli stili di vita.
Prima che i lavori di riqualificazione della città sulla base dei progetti di Hausmann iniziassero, gli emigrati di Auvergne si distinsero come portatori d'acqua a domicilio. Spesso venivano chiamati per portare l'attrezzatura e l'acqua calda necessaria per i bagni dei nobili: arrivati al piano del palazzo, i fattorini consegnavano la vasca e i secchi di acqua e attendevano sul pianerottolo per ricevere l'acqua sporca e riprendere l'attrezzatura.

Ma con l'avvento dell'acqua corrente grazie agli impianti idraulici nelle case, questa professione andò perso e presto gli emigrati convertirono la loro abilità per inventarsi in un nuovo ruolo: i commercianti di carbone, meglio conosciuti come "Bougnats". A differenza dei fattorini dell'acqua, questa mansione richiedeva un negozio stabile ed è anche da qui che comincia a svilupparsi il commercio e l'economia della città.
Con il passare del tempo tutte le professioni diventano a portata degli emigrati dell'Auvergne che presto cominciano a vendere anche vino sfuso.

E' questo, dunque, l'inizio dell'attività del Cafè du Metro .Nel 1920 i coniugi Legrand, originari dell'Espalion comprano il locale del Cafè per iniziare un'attività complementare a quella già in atto di venditori di carbone e legna. All'arrivo del carburante e dell'elettricità (il "Café du Metro" è stato il primo locale della Rue de Rennes ad essere collegato alla rete), l'attività di commercianti di materie prime dovette essere abbandonata.
Marcelle, la loro unica figlia nata nel 1921, assumerà la gestione del Cafè con il marito, incontrato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Entrambe le generazioni si riuniranno per quasi trenta anni per fare del Cafè uno dei locali più di successo della capitale, crogiolo di scrittori, pittori e artisti di diverse tendenze.

L'attività del Cafè, attraverso diverse generazioni, resta aperta e sempre eclettica. Oggi Cristopher, il pronipote dei coniugi Legrand, insieme alla moglie Anne continua a perpetuare lo spirito dei bisnonni ed essere, a sua volte, promotore di iniziative culturali e sociali nel loro locale.




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Le Café Guerbois

Sito al numero 11 del viale di Batignolles, oggi avenue de Clichy a Parigi, era un locale frequentato a partire dal 1863 da Manet e dagli artisti che avrebbero di lì a poco dato origine al movimento impressionista.

Il locale, descritto anche da Émile Zola nel romanzo "L'Opera", era di proprietà di Émile Bellot, che nel 1873 posò per il quadro di Édouard Manet intitolato "Le bon bock" (Il buon boccale di birra).
Accentrato intorno alla figura di Manet, un folto gruppo era solito riunirsi in quel bar in genere la sera. Il giovedì invece gli artisti erano soliti riunirsi per discutere di arte. Essi avevano riservati i primi posti nel locale.

Paul Cézanne, Alfred Sisley, Claude Monet, Camille Pissarro, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir e Jean-Frédéric Bazille tra i pittori, ma anche lo scrittore Émile Zola, e il fotografo Felix Nadar, e ancora Louis Edmond Duranty, Henri Fantin-Latour, Constantin Guys, Duret, Jean-Baptiste Guillaumin, Zacharie Astruc e Felix Bracquemond.
Il gruppo che si riuniva lì viene spesso chiamato anche Gruppo di Batignolles, essendo tutti gli artisti residenti nello stesso quartiere, i quali costruirono il movimento dell'Impressionismo.

Louis Edmond Duranty nella novella inedita "La double vie de Louis Seguin" descrive perfettamente l'interno del locale:


Vergogna a coloro che dicono male dei caffè: il caffè Barbois è davvero curioso e gradevole, ed è sempre stato frequentato da personaggi singolari e interessanti.
Ha un carattere misto. Sorto in quella che un tempo era piena periferia, ha conservato in parte la sua vecchia aria provinciale: un aspetto antiquato, un arredamento impero. Ma ha preso anche, in un certo senso, un tono parigino. Quindi la prima sala, bianca e dorata, coperta di specchi e piena di luce, assomiglia alla terrazza dei caffè dei boulevard. Ma non appena si entra nella seconda sala il posto si fa stupefacente. Ci si trova in una vasta cripta dal soffitto basso, o che appare tale per l'ampiezza del locale. All'ingresso sei colonne massicce formano come un viale, dividendola in due specie di strette cappelle, dietro le quali si sente venire, dal fondo, una sorta di coro: la zona dei biliardi. Sul soffitto si aprono vetrate irregolari, ora grandi ora anguste come lucernari, che mandano luci variabili, e creano dovunque recessi misteriosamente illuminati e ombre lunghe e fitte attraversate da bagliori di luce, che si posano sul centro di una colonna, su un angolo di tavola e su un sedile rosso, sul cranio calvo e lucido di un giocatore di picchetto, o sul grembiule bianco di un cameriere. Fino a metà altezza, le pareti sono di un colore bruno; il resto è ricoperto da una tappezzeria di carta, a imitazione di grandi pannelli di tinta chiara. Qui non ci sono né specchi né dorature. Cinque biliardi, pesanti fonti battesimali di questo tempio, sfoggiano in finta prospettiva i loro tappeti verdi, smorzati dalla luce. In fondo, una grande vetrata prende tutta la lunghezza della sala e lascia vedere in piena luce un giardino con qualche albero giovane, tra cui appare una casetta con loggiato e colonnine dipinte di un verde tenero, che sorge fresca, viva e intensa dietro la penombra radente e misteriosa dell'interno del caffè. È una scena olandese singolare, molto lontana da Parigi.


Successivamente il locale dopo essersi trasformato in una birreria è stato demolito, ed oggi non resta più traccia.

http://it.wikipedia.org/wiki/Caf%C3%A9_Guerbois





Édouard Manet - Au Cafè Guerbois


Édouard Manet - Le Bon Bock


Jean-François Raffaelli - Bohèmes au café
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Auberge de la Bonne Franquette


Situato tra il n° 2 di Rue de Saules e il n° 18 di Rue Saint Rustique, questo locale vanta la sua apertura da oltre quattro secoli. Inizialmente il suo nome fu "Aux Billards en Bois" e portava una curiosa insegna "Olivier et Pieds de Mouton" che altri non erano che i proprietari dello stabile.

Il locale si trova a pochi metri dalla più antica (e unica rimasta) vigna di Montmartre.

Quando ancora portava il vecchio nome fu frequentata da pittori come  Toulouse-Lautrec, Pissarro, Sisley, Cézanne, Renoir, Monet e lo scrittore Émile Zola.
Van Gogh si ispirò al giardino interno di questo locale per rappresentare sulla tela "La Guinguette" e in molte tele Utrillo immortalò questo angolo della vecchia Montmartre tra Rue Norvins e Rue de Saules.






Vincent Van Gogh - La Guinguette, 1886
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Le Chalet du Cycle


Ho poche informazioni su questo luogo di ritrovo del Bois de Boulogne.
Attendo, se qualcuno ne ha, per una pubblicazione che possa accompagnare le immagini qui sotto.


di Jean Beraud

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Il Café Le Deux Magots


Il nome del Café Les Deux Magots trova la sua origine nel nome di un precedente negozio che occupava la stessa posizione.

Il negozio di liquoru, fondato nel 1812, era in origine al n° 23, rue de Buci, all'angolo della Rue de Seine e successivamente, nel 1873, venne trasferito per l'espansione dei locali in place St-Germain-des-Pres al n° 6.
Da quel momento ancora ci accolgono le due statue che adornano la sala del locale. Nel 1885 circa il negozio di liquori lasciò il posto a un vero e proprio Café dove Verlaine, Rimbaud e Mallarmé trovarono il luogo ideale per i loro incontri.
Questo particolare Café parigino ha sempre giocato un ruolo importante nella vita culturale della capitale francese.
E' da 1933 che il locale acquista la sua fama rinnomata in tutta Parigi anche grazie ai suoi clienti, più o meno rinnomati. Frequentato, infatti, da molti artisti famosi tra cui Elsa Triolet, André Gide, Jean Giraudoux, Pablo Picasso, Fernand Léger, Jacques Prévert, Ernest Hemingway, Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, solo per citarne alcuni, ha accolto tutti i surrealisti sotto l'egida di André Breton.

Oggi il Cafè è orgoglioso di essere ancora uno dei più antichi caffè di Parigi: il servizio ha mantenuto il suo carattere originale, elegante e raffinato. I camerieri, vestiti di bianco e nero, secondo la tradizione, servono ancora alcune bevande (vino, champagne, liquori, whisky) prima che il cliente lo ordini, su presentazione della bottiglia. Famosa è la cioccolata fumante preparata in pentole fumanti e servita ai tavolini.


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Il Café Le Select


Si trova al numero 99 del Boluevard de Montparnasse.

Nel decennio tra le due guerre mondiali Le Select fu il punto di incontro di molto artisti, letterati e filosofi americani e non solo.
Qui Man Ray, Jean Cocteau ed Ernest Hemingway passavano intere giornate a parlare e ideare nuove opere.
Le Select è sicuramente una delle mete da non tralasciare in una visita nella capitale francese.
I dettagli storici che all'interno si riscontrano riportano alla memoria gli anni di fervore culturale tra i due conflitti.




Ernest Hemingway (a sinistra) con alcuni amici al Café.


Solita Solano e Djuna Barnes fotografate da Maurice Brange alCafè.
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L'Araignée o il Cabaret des truands


Non ho alcuna notizia su questo locale situato al n° 100 del Boulevard de Clichy.

Se qualcuno avesse qualche informazione è pregato di commentare il post o scrivermi per poter pubblicare nel testo tutto ciò che ritenesse utile.
Grazie



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