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Paul César Helleu


Paul César Helleu nacque il 17 dicembre 1859 Vannes, in Bretagna.

Iniziò l'attività artistica come ceramista; all'età di 17 anni si recò a Parigi per studiare alla Scuola di Belle Arti, nonostante la disapprovazione di sua madre, da poco rimasta vedova.
A Parigi, Helleu conobbe John Singer Sargent, più vecchio di soli quattro anni, diventandone in breve tempo uno degli amici più intimi.
In quegli anni, Sargent stava diventando un pittore molto noto, riuscendo così ad ottenere importanti commissioni.

Al contrario, Helleu faticava a vendere le sue opere; questo lo scoraggiò profondamente, portandolo sul punto di abbandonare l'attività artistica.
Fu Sargent a convincerlo a continuare, fornendogli anche un importante aiuto economico.
Nel 1884 ad Helleu fu commissionata la pittura di un ritratto di una giovane donna di nome Alice Guerin.

I due si innamorarono e si sposarono il 28 luglio 1886.
Alice divenne la sua modella preferita; affascinante, raffinata ed elegante, lo aiutò ad introdursi nei circoli aristocratici di Parigi, fino a diventare uno degli artisti più popolari nell'alta società francese della fine del diciannovesimo secolo.
Fu in questi anni che produsse la maggior parte delle sue opere più importanti, soprattutto ritratti di molte delle donne più famose e belle del suo tempo.

Nel 1904 Helleu fu insignito della Legion d'onore, diventando poi membro delle più importanti società di belle arti, sia a Parigi che a Londra.
Nel 1912 completò la decorazione del soffitto del Grand Central Terminal di New York, sostituito alla fine del 1930 a causa della caduta dell'intonaco.
All'inizio degli anni '20 capì che le donne non desideravano più essere viste nella loro eleganza femminile: la Belle époque era finita.
Perse allora l'ispirazione e si ritirò a vita privata con la sua famiglia.

Morì di peritonite il 23 marzo 1927 a Parigi.

http://it.wikipedia.org/wiki/Paul_C%C3%A9sar_Helleu




Nel giardino di Giovanni Boldini






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Jules Gervais-Courtellemont



1863-1931

E' stato un fotografo francese divenuto famoso per le sue autocromie a colori durante la Prima Guerra Mondiale.
Nato nella provincia di Seine-et-Marne, vicino Parigi, Jules cresce in Algeria dove sviluppa un forte interesse per l'Oriente pre-coloniale e dedica la maggior parte della sua carriera alla ricerca di temi esotici-orientali.

Nel 1894 si converte alla religione islamica ed effettua un pellegrinaggio alla Mecca. Tutte le immagini raccolte durante i suoi viaggi in Turchia, Palestina, Egitto, Tunisia, Spagna, India, Marocco e Cina hanno costituito la base per molte letture popolari illustrate.
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Courtellemont torna nella sua terra natale per registrare e fotografare la guerra. Dopo la guerra, Courtellemont inizia a lavorare per una pubblicazione americana.
La sua carriera vide l'apoteosi nel momento in cui diventò fotografo del National Geographic.

Nel 1911, Courtellemont aprì il "Palais de l'autochromie" a Parigi, che comprendeva una sala espositiva, uno studio, un laboratorio e una sala conferenze con una capienza di 250 persone. Fu qui che Courtellemont proiettò le suoe autocromie sia d'Oriente e, dopo il 1914, anche quelle della guerra, in particolare dei campi di battaglia nella Marne.
Da queste conferenze Courtellemont raccolse dodici volumi che rilegò in un libro dal titolo "La battaglia della Marne" e più tardi una'altra serie di quattro parti intitolata "La battaglia di Verdun".
Furono questi i primi libri mai pubblicati a colori sui temi della Grande Guerra.

Tra il 1923 e il 1925 scrisse un opera in tre volumi dal titolo "La Civilisation - Histoire Sociale de l'Humanité" illustrato con alcune delle sue fotografie.
Courtellemont fu anche amico del romanziere, fotografo e orientalista Pierre Loti.
Mentre oltre 5.500 autocromie sopravvivono in varie collezioni istituzionali, molti altre fotografie sono in mano a privati; tali opere sono, infatti, rare e ricercatissime.

Courtellemont morì nel 1931.






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Van Gogh copista 1ª parte


Rispolvero una vecchia ricerca universitaria (la cui ricerca ha trovato il supporto di mia sorella) che ho sempre ritenuto interessante in cui dimostravo le influenze subìte da Van Gogh nella realizzazione di alcuni suoi più famosi dipinti e schizzi.
E' lunga e dunque vi invito a seguirla in tutte le sue parti.

A voi lascio i commenti.


La Venere di Milo (100 a.C. ca., Parigi, Louvre)


Eugène Delcroix - La Libertà guida il popolo (1830, Parigi, Louvre)


Vincent Van Gogh - Busto di Venere (1887, Amsterdam, Van Gogh Museum)

Da questo disegno, come da altri, nacquero molteplici modelli in gesso dalla mano di studenti degli Istituti d'Arte francesi ai quali, questi disegni, vennero dati in dotazione (e posseduti anche dallo studio Cormon) per le esercitazioni degli allievi.

Dopo il soggiorno ad Anversa, Van Gogh si trasferisce a Parigi dove sogna di frequentare l'atelier Cormon, di poter disegnare gli antichi al Louvre, al Luxembourg.
Un giorno, tra la fine di febbraio e i primi di marzo del 1886, arriva improvvisamente a Parigi: manda un biglietto al fratello Théo  non appena giunto in stazione e gli dà appuntamento da mezzogiorno in poi al Salon Carrè del Louvre dove si sarebbe appostato per copiare i classici.

Sarò al Louvre a partire da mezzogiorno, o anche prima, se vuoi mi troverai là.

(Lettera al fratello Thèo, marzo 1886)
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Zdravko Mandic


Nato a Strigova (Croazia) in 1935, questo particolarissimo artista si laurea, nel 1963, presso l'Accademia di Belle Arti di Belgraado. Diventa presto membro dell'ULUS .
Vive e lavora a Zrenjanin (Serbia).






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Dear Frankie


Ieri ho visto un bellissimo film; forse sono di parte visto che c'era uno dei miei attori preferiti, ma anche se avesse recitato qualcun'altro, sarebbe stato ugualmente un film da consigliare.

Frankie ha nove anni e vive con sua madre Lizzie. La loro esistenza è fatta di continui spostamenti. L'ultima tappa è sulla costa scozzese. Suo padre li ha lasciati da tempo e, per lenire la nostalgia del figlio, Lizzie inventa delle storie che vedono il padre come un marinaio che gira il mondo a bordo di una barca di nome Accra. Per rendere verosimile il suo racconto, la donna scrive al figlio delle lettere fittizie da parte del padre raccontando di avventure straordinarie in paradisi esotici. Gradevole, minimale: i sentimenti raccontati secondo il cinema inglese contemporaneo.

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=35844



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Il Cafè du Metro


13, Rue du Vieux Colombier
Alla fine del XVII secolo, gli immigrati dal Massiccio Centrale arrivati a Parigi si distinsero per la volontà e caparbietà nei lavori di dura fatica che i parigini rifiutavano di svolgere.
Una delle esigenze maggiori fu l'acqua corrente che ancora non esisteva, ma che i cittadini della capitale francese chiedevano a gran voce considerando i cambiamenti negli stili di vita.
Prima che i lavori di riqualificazione della città sulla base dei progetti di Hausmann iniziassero, gli emigrati di Auvergne si distinsero come portatori d'acqua a domicilio. Spesso venivano chiamati per portare l'attrezzatura e l'acqua calda necessaria per i bagni dei nobili: arrivati al piano del palazzo, i fattorini consegnavano la vasca e i secchi di acqua e attendevano sul pianerottolo per ricevere l'acqua sporca e riprendere l'attrezzatura.

Ma con l'avvento dell'acqua corrente grazie agli impianti idraulici nelle case, questa professione andò perso e presto gli emigrati convertirono la loro abilità per inventarsi in un nuovo ruolo: i commercianti di carbone, meglio conosciuti come "Bougnats". A differenza dei fattorini dell'acqua, questa mansione richiedeva un negozio stabile ed è anche da qui che comincia a svilupparsi il commercio e l'economia della città.
Con il passare del tempo tutte le professioni diventano a portata degli emigrati dell'Auvergne che presto cominciano a vendere anche vino sfuso.

E' questo, dunque, l'inizio dell'attività del Cafè du Metro .Nel 1920 i coniugi Legrand, originari dell'Espalion comprano il locale del Cafè per iniziare un'attività complementare a quella già in atto di venditori di carbone e legna. All'arrivo del carburante e dell'elettricità (il "Café du Metro" è stato il primo locale della Rue de Rennes ad essere collegato alla rete), l'attività di commercianti di materie prime dovette essere abbandonata.
Marcelle, la loro unica figlia nata nel 1921, assumerà la gestione del Cafè con il marito, incontrato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Entrambe le generazioni si riuniranno per quasi trenta anni per fare del Cafè uno dei locali più di successo della capitale, crogiolo di scrittori, pittori e artisti di diverse tendenze.

L'attività del Cafè, attraverso diverse generazioni, resta aperta e sempre eclettica. Oggi Cristopher, il pronipote dei coniugi Legrand, insieme alla moglie Anne continua a perpetuare lo spirito dei bisnonni ed essere, a sua volte, promotore di iniziative culturali e sociali nel loro locale.




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Una giornata particolare


L'altro ieri ho visto in tv questo bel film che in realtà avevo già visto. L'ho ricordato e ve ne posto la trama e qualche informazione. Consiglio di guardarlo.

E' un film del 1977 diretto da Ettore Scola.

È stato presentato in concorso al 30º Festival di Cannes. Ha inoltre ricevuto due nomination al Premio Oscar: Miglior film straniero e Miglior attore (Marcello Mastroianni).

La vicenda riassume la vita di due persone: Antonietta, madre di sei figli, è sposata a un impiegato statale fervente fascista; Gabriele è un radiocronista dell'Eiardisoccupato.

I due si conoscono nella giornata del 6 maggio 1938, data della storica visita di Adolf Hitler a Roma. Antonietta è costretta a vegliare sul focolare, mentre quasi l'intero caseggiato affluisce alla parata in onore del Fǖhrer. Nella palazzina semideserta, si accorge della presenza di un suo dirimpettaio a cui chiede aiuto per la cattura dell'uccello domestico scappato dalla finestra. Antonietta è rapita dal suo fascino discreto e tenta di offrirsi a lui sul terrazzo, volendo cogliere un'occasione per fuggire dall'esistenza grama e succube, retaggio della cultura fascista che relegava le donne a un ruolo subalterno di casalinghe fedeli e prolifiche. Gabriele però le deve confessare la sua omosessualità, causa principale del suo licenziamento dalla radio di Stato. Superato il momento di cocente delusione da parte di Antonietta che dà anche uno schiaffo a Gabriele e di questi che le rinfaccia la tentata seduzione, i due si ritrovano ed empatizzano l'uno l'infelicità dell'altro, arrivando a consumare in modo paritetico un rapporto d'amore, uniti dalla solitudine delle loro anime. Per Gabriele è anche il giorno in cui viene condotto al confino, sempre per il suo orientamento sessuale. Antonietta lo vede mentre viene condotto via da due guardie, poco prima che ella, dopo avere interrotto la lettura del libro regalatole da Gabriele, sia costretta a tornare alla sua greve realtà di fattrice asservita ed a raggiungere a letto il marito-padrone, bene intenzionato a generare un settimo figlio e magari dargli come nome Adolfo.

http://it.wikipedia.org/wiki/Una_giornata_particolare





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Frank Myers Boggs


Frank Myers Boggs è nato a Springfield, Ohio, nel 1855 ma già nel 1876 si trasferì a Parigi per studiare con Jean-Léon Gérôme presso l'École des Beaux Arts.
Il pittore visse tra Parigi e New York, ma rimase legato fino agli ultimi anni alla capitale francese.
Qui ottenne molti riconoscimenti per la sua pittura strettamente legata a luoghi francese (porti e banchine lungo la Senna erano i suoi soggetti preferiti).
Tra il 1879 e il 1916, il suo lavoro è stato esposto anche negli Stati Uniti, il più delle volte alla National Academy of Design a New York e alla Pennsylvania Academy of Fine Arts di Philadelphia.
Conosciuto come un maestro di pittura en plein air, Boggs si divertiva a catturare gli effetti fugaci dei cieli mutevoli della Francia settentrionale e meridionale. Con pennellate lussureggianti e larghe, Boggs ha creato dipinti ricchi e spaziosi, progettando una tavolozza elegante di grigi e blu scuri.
Diversamente dalle tonalità utilizzate da Claude Monet, Boggs usò largamente i toni freddi; ciò nonostante i due pittori dimostrano grandi affinità.




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Il 2 giugno 1946


La Festa della Repubblica Italiana viene celebrata il 2 giugno a ricordo della nascita della Repubblica.

Il 2 e il 3 giugno 1946 si tenne, infatti, il referendum istituzionale indetto a suffragio universale con il quale gli italiani venivano chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta delfascismo. Dopo 85 anni di regno, con 12.718.641 voti contro 10.718.502 l'Italia diventava repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati.

Il 2 giugno celebra la nascita della nazione, in maniera simile al 14 luglio francese (anniversario della Presa della Bastiglia) e al 4 luglio statunitense (giorno in cui nel 1776 venne firmata la dichiarazione d'indipendenza).

In tutto il mondo le ambasciate italiane tengono un festeggiamento cui sono invitati i Capi di Stato del Paese ospitante. Da tutto il mondo arrivano al Presidente della Repubblica Italiana gli auguri degli altri capi di Stato e speciali cerimonie ufficiali si tengono in Italia.

Prima della fondazione della Repubblica, la festa nazionale italiana era la prima domenica di giugno, festa dello Statuto albertino.

Con la legge 5 marzo 1977, n.54, soprattutto a causa della congiuntura economica sfavorevole, la Festa della Repubblica fu spostata alla prima domenica di giugno. Solamente nel 2001 su impulso dell'allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, il secondo governo Amato, con la legge n. 336 del 20 novembre 2000, riportò le celebrazioni al 2 giugno, che quindi tornò ad essere un giorno festivo.

http://it.wikipedia.org/wiki/Festa_della_Repubblica_Italiana




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