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93° anniversario della morte di Amedeo Modigliani

Dedico al mio nuovo amico Theo Bell dall'Olanda questo post. Oggi è il 93° anniversario della morte del nostro artista preferito, Amedeo Modigliani. Bastano poche immagini per capire la grandezza di questo artista poco compreso in vita. Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su XCondividi su Faceboo...
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Le Chicche #2

Nr. 3/marzo 1985 Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su XCondividi su Faceboo...
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Clärenore Stinnes

Che bella puntata quella di Passaggio a Nordovest di sabato 19 gennaio! Alberto Angela ha fatto conoscere a tutti i suoi telespettatori la figura di Clärenore Stinnes, donna energica e particolare (per la sua epoca, e forse anche un po' per la nostra. L'ho apprezzata e dunque ne parlo nel blog. 21 gennaio 1901 - 7 settembre...
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Alfred Henry Maurer

21 aprile 1868 - 4 Agosto 1932 E' stato un pittore modernista americano. Ha esposto il suo lavoro nei circoli avant-garde a livello internazionale e a New York City nel corso del XX° secolo. Maurer è nato a New York City, ma di padre tedesco, Louis Maurer, un litografo. A sedici anni, Maurer lascia la scuola per lavorare presso lo studio...
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Le Chicche #1

Buongiorno, da oggi inizia una nuova rubrica che troverete sempre nel menù "Rubriche" qui alla vostra destra. Sono giorni che sfoglio vecchi giornali di mia mamma alla ricerca di idee per un maglione da realizzare ai ferri (quando imparerò) e nel frattempo, però, leggo anche articoli di altro genere. Era già da un po' di tempo che...
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"Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa


Il titolo altisonante vi spaventa? E il lungo nome dell'autore ancora di più?
Direi che non c'è da preoccuparsi; è uno dei libri più belli che abbia mai letto in assoluto.
E qui di seguito una citazione che tra tante rispecchia ancora il nostro tempo:

 Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi

Ve lo consiglio riportandovi quanto scritto su Wikipedia.

E' un romanzo scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato postumo nel 1958.

L'autore trasse ispirazione da vicende della sua antica famiglia e in particolare dalla vita del suo bisnonno, il Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa, vissuto negli anni cruciali del Risorgimento e noto anche per le sue ricerche astronomiche e per l'osservatorio astronomico da lui realizzato. Per il tema trattato è spesso considerato un romanzo storico, benché non ne soddisfi tutti i canoni.
Scritto tra la fine del 1954 e il 1957, fu presentato all'inizio agli editori Arnoldo Mondadori Editore e Einaudi, che ne rifiutarono la pubblicazione (il testo fu letto da Elio Vittorini che successivamente sembra si fosse rammaricato dell'errore), avvenuta poi dopo la morte dell'autore da Feltrinelli con la prefazione di Giorgio Bassani, che aveva ricevuto il manoscritto da Elena Croce. Nel 1959 ricevette il Premio Strega divenendo il primo best-seller italiano con oltre 100.000 copie vendute. Nel 1963 fu ridotto nel film omonimo da Luchino Visconti.
Nel 1967 venne anche tratta un'opera musicale di Angelo Musco, con libretto di Luigi Squarzina.
Il titolo del romanzo ha l'origine nello stemma di famiglia dei Tomasi ed è così commentato nel romanzo stesso: «Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra.»

Il racconto inizia con la recita del rosario in una stanza della casa gentilizia del Principe Don Fabrizio Salina, dove egli abitava con la moglie Maria Stella e i loro sette figli. Don Fabrizio è un personaggio particolare, molto alto e con la pelle molto pallida, dedito allo studio dell'astronomia e a pensieri su amore e morte. Egli è testimone del lento decadere del ceto dell'aristocrazia di cui è rappresentante. Infatti, con lo sbarco in Sicilia di Garibaldi e del suo esercito, si afferma una nuova classe, quella dei borghesi, che il principe - come tutti gli aristocratici - disprezza. Il nipote di don Fabrizio, Tancredi, pur combattendo nelle file garibaldine cerca di rassicurare lo zio sul fatto che alla fine le cose andranno a loro vantaggio. Tancredi inoltre aveva sempre mostrato interesse amoroso verso la figlia del principe, Concetta, che ricambiava i suoi sentimenti.

Il principe e la sua famiglia trascorrono un po' di tempo nella loro residenza estiva, a Donnafugata; il nuovo sindaco di questo paese è Don Calogero Sedàra, un uomo di modeste origini e borghese profondamente patriottico. Non appena Tancredi vede la bella figlia del sindaco, Angelica, se ne innamora perdutamente. La ragazza è però una borghese e non ha perciò i modi degli aristocratici, per questo Concetta trova quasi ripugnante il suo comportamento. Angelica però ammalia tutti con la sua bellezza, tanto che Tancredi finirà per sposarla, attratto oltre che dalla sua bellezza anche dal suo denaro.
Arriva il momento di votare in un importante plebiscito il cui esito decreterà se verrà effettuata o meno l'annessione della Sicilia al regno italico. A quanti chiedano al principe un parere su cosa votare, il principe affranto dice di essere favorevole a questa entrata. I voti del plebiscito alla fine vengono comunque truccati dal sindaco Sedara e si arriva perciò all'annessione. Dopo questo un funzionario piemontese, il cavaliere Chevalley, offre a don Fabrizio la carica di senatore del Regno d'Italia, ma il principe rifiuta l'incarico in quanto egli si sente un vero e proprio aristocratico e non si vuole sottomettere alla caduta del suo tempo. Il principe ora conduce una vita desolata fino a quando muore circondato dai suoi cari in una stanza d'albergo a Palermo durante il viaggio di ritorno da Napoli, dove si era recato per visite mediche. L'ultimo capitolo del romanzo, ambientato nel 1910, descrive la situazione delle figlie superstiti del principe, che conducono una vita dedita a una formalistica devozione religiosa e nell'illusione che il nome della famiglia Salina conti ancora come nel passato; ma il passato è però irrimediabilmente perduto.


L'autore





Alcune scene tratte dal film di Luchino Visconti del 1963

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"I Guermantes" di Marcel Proust


Finito di leggere anche il terzo volume, "I Guermantes".
Qui di seguito vi riporto la recensione di Wikipedia e vi consiglio di non arrendervi alla lettura, forse un po' difficoltosa e a volte demoralizzante. Vale la pena di continuare.

E' il terzo volume dell’opera di Marcel Proust "Alla ricerca del tempo perduto" (À la recherce du temps perdu).
Il volume si apre con la descrizione della famiglia Guermantes. Ha inizio la storia d'amore tra Albertine ed il narratore, che riesce a farsi accogliere dai Guermantes. Inoltre il narratore incontra un personaggio strano, il barone di Charlus, e scopre che è omosessuale.

Nel primo tomo del terzo volume, intitolato I Guermantes (tomo 1) ("Le côté de Guermantes I"), il narratore insieme alla sua famiglia si trasferisce dal suo albergo in un appartamento della famiglia Guermantes. Marcel, inoltre, si reca, per la seconda volta nella sua vita, a teatro, per rivedere l’attrice Berma recitare la parte della protagonista Fedra (“Phèdre”) nell'omonimo spettacolo di Racine. Ma stavolta il protagonista non è più interessato all'attrice, ma ad un'altra donna, la principessa di Sassonia, che è amica di Madame Guermantes. Marcel poi si reca a Doncières, dove incontra nuovamente Robert de Saint-Loup, che si trovava lì per prestare servizio militare. Proprio in questa occasione viene affrontato, per la prima volta nell'opera, l'argomento dell'“Affare Dreyfus”, questione che aveva diviso la Francia in quegli anni. Dopo ciò il narratore torna a Parigi, dove scoprirà che sua nonna è malata (morirà proprio nell'inverno successivo). Marcel a Parigi incomincia a frequentare il salotto di Madame de Villeparisis e qui, successivamente, incontra delle sue vecchie conoscenze, tra cui i coniugi Guermantes, il barone di Charlus, Robert de Saint-Loup e sua madre e la signora Swann (Odette de Crecy). Proprio in questo salotto il protagonista scopre l'identità dell’amante di Robert de Saint-Loup, che è la giovane attrice ed ex prostituta Rachel "quand du seigneur". Intanto la malattia di sua nonna peggiora. Allora, per rallegrarla, su consiglio di un neurologo, convinto che tutte le malattie abbiano un'origine nervosa, Marcel decide di portarla negli Champs-Élysées ed è proprio durante questo soggiorno che la donna avrà un attacco di cuore e morirà, nonostante le cure dei medici più famosi.

Nel secondo tomo del terzo volume, intitolato I Guermantes (tomo 2) ("Le côté de Guermantes II"), il narratore recupera il rapporto di amicizia con una sua vecchia fiamma, Albertine. Inizialmente Marcel non sa se l'amore che prova per lei sia vero oppure se sia solo una sensazione di nostalgia verso Balbec, il luogo in cui si erano conosciuti. Ad ogni modo i due torneranno ad essere una coppia con i loro momenti di alti e bassi. Il protagonista, inoltre, apprende una notizia che lo sconvolge, ovvero che il barone di Charlus è omosessuale. Il tema dell'omosessualità sarà sviluppato adeguatamente nei volumi successivi, in cui si narrerà anche delle storie d’amore omosessuali del barone.


Il vero castello dei Guermantes dove, durante una passeggiata il protagonista inciampa nel selciato e ricorda all'improvviso il suo soggiorno a Venezia.

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