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San Marco 2307 - Campiello Contarini - Trovalo nella mia mappa
Secondo la tradizione uno dei tanti rami della famiglia Contarini era detto Fasan per rimarcare la grande passione per la caccia al fagiano di uno dei suoi componenti. E' questo uno dei più piccoli palazzi sul Canal Grande, anche se,paradossalmente, è tra i più importanti, vuoi per la decoratissima e interessante facciata, vuoi per la vox populi che lo indica come dimora di Desdemona, moglie del moro Otello e da lui ingiustamente ussica per la folle gelosia che lo attanagliava, personaggi, entrambi, resi immortali dalla celeberrima tragedia di William Shakespeare.
In realtà la vicenda fu ispirata al grande poeta e drammaturgo inglese dalla tragedia che coinvolse una nobildonna veneziana morta in giovane età, moglie di Cristoforo Moro, futuro Doge (nella trasposizione poetica il Moro divenne, invece, un generale moro al servizio della Serenissima).
Il palazzetto sorge in luogo della piccola torre mozza cui un tempo si legava la catena per la chiusura del Canal Grande, e rappresenta un esempio unico tra le costruzioni tardogotiche veneziane della fine del XV secolo.
La data di costruzione risale ai dieci anni compresi tra il 1470 e il 1480; la facciata è inserita fra due belle cornici dentate in conci di pietra d'Istria affiancate da delicate colonnine a torciglione ed è davvero ben equilibrata e armonica per proporzioni e simmetria.
Una bella trifora svetta al primo piano, proprio sopra una serie di tre semplici aperture rettangolari, mentre al secondo campeggiano due monofore dai poggioli finemente traforati con tupefacenti motivi a ruota (unici a Venezia) e dai grandi fioroni che culminano sulle ogive inflesse degli archi.
Una piccola finestra perfettamente quadrata è inserita fra le due monofore del secondo piano, completando un quadro d'insieme che appare ricco e prezioso, scevro da contaminazioni rinascimentali, e ciò lo avvicina molto al gusto nordico che talvolta si incontra nell'architettura gotica inglese e francese.
Una facciata, quindi, dalla grande intensità (restaurata molto di recente, fra l'altro) e improntata ad un'apprezzabile uniformità decorativa che rende questa minuscola costruzione un gioiellino di marmo e pietra che ben figura nella successione delle maestose facciate sul Canal Grande.
In un acquarello di John Ruskin
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