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Kiki de Montparnasse


Chatillon-sur-Seine, 2 ottobre 1901 – Sanary-sur-Mer, 29 aprile 1953

E' stata una modella francese, fu una delle figure centrali della effervescente Parigi degli anni '20. Figlia illegittima, ebbe una infanzia poverissima e venne affidata alla nonna fino all'età di 12 anni, quando raggiunse la madre a Parigi.

Modella, futura pittrice essa stessa, cantante, iniziò a posare nuda da modella a soli 14 anni, incontrando le prevedibili opposizioni della madre. Un giorno sua madre irruppe nell'atelier dove stava posando nuda e le proibì di tornare a casa. Iniziò un periodo di cui si hanno scarse informazioni, caratterizzato da una notevole instabilità abitativa.

Comunque in seguito Kiki divenne, grazie alla sua bellezza e il suo carattere anticonformista, amica degli artisti della Parigi degli anni '20, interpretando tra l'altro alcuni film nel ruolo della donna perduta e posando per dozzine di artisti, inclusi Chaim Soutine, Tsuguharu Foujita, Francis Picabia, Jean Cocteau, Arno Breker, Alexander Calder, Per Krohg, Hermine David, Pablo Gargallo, Mayo e Tono Salazar. Moise Kisling dipinse un famoso ritratto di Kiki intitolato Nu assis (nudo seduto). A Fernand Léger fece filmare il suo sorriso enigmatico nel film Ballet mécanique.

Souvenirs, la sua autobiografia scritta nel 1929 con introduzione di Hemingway, fu però proibita negli USA sino al 1996 per il suo linguaggio scabroso e i contenuti marcatamente anti-borghesi.

"Se siete stanchi dei libri scritti dalle signore della letteratura per entrambi i sessi, questo è un libro scritto da una donna che non è mai stata una signora. Per quasi dieci anni è stata a un passo dal diventare quella che oggi sarebbe considerata una Regina, il che, naturalmente, è molto diverso dall'essere una signora" (dall'introduzione di Hemingway del 1929).

Una donna molto indipendente, che anche in tempi difficili rimaneva bohemienne e positiva. Ho solo bisogno di una cipolla, un tozzo di pane e una bottiglia di vino rosso, e troverò sempre qualcuno che me li offre, scriveva nella sua autobiografia.

Molto nota è la relazione amorosa che durò sei anni con Man Ray, di cui divenne la musa ispiratrice e che la dipinse e ritrasse in alcune celebri e "scandalose" (per l'epoca) foto. Nella foto per esempio Violon d'Ingres, che fece scandalo e che si trova attualmente al Getty Museum di Los Angeles, Man Ray sovrappose il fotogramma del suo corpo nudo ai segni ad effe del violoncello. Il corpo della donna diventa allora uno strumento da suonare, un concetto molto lontano dalle idealizzazioni classiche.

Kiki incontrò Man Ray nel 1921. A quanto racconta nella sua autobiografia, era seduta a un tavolino di un caffè assieme con un'amica; era senza cappello e il cameriere non la voleva servire. Gli disse: “Non ci vuole servire perché pensa che siamo due puttane?” Nel mentre si sfilò le scarpe e appoggiò un piede sul tavolo e un altro su una sedia. Alla scena stava assistendo un signore straniero. Era Man Ray, giunto da pochi giorni dagli Stati Uniti per unirsi al movimento dadaista, che subito la invitò a posare per lui.

All'inizio Kiki era riluttante, perché non aveva mai fatto da modella per un fotografo e temeva che la macchina fotografica mettesse in risalto i suoi difetti fisici. Poi tutto si appianò in una camera d'albergo, dato che la relazione amorosa iniziò subito, e "il primo pomeriggio non facemmo neanche uno scatto".

La relazione durò sei anni e Man Ray, diventato uno dei maggiori esponenti del dadaismo, la ritrasse in centinaia di foto. Nel frattempo Kiki si esibiva al Jockey, un locale notturno dove ballava il can-can e cantava canzoni di dubbio gusto. Spesso ubriaca, si scordava le parole, ma il momento clou dello spettacolo era quando saliva su un tavolo e con la testa in giù alzava le gambe. Lo stupore era assicurato, in considerazione del fatto che Kiki non portava mai le mutande.

Man Ray era sempre presente, gelosissimo, e le liti scoppiavano di continuo. La picchiava davanti a tutti, e Kiki rispondeva sferrandogli calci, scagliandogli addosso piatti e bicchieri e reagendo in maniera plateale.

Nel 1940, quando Parigi venne invasa dai tedeschi, Kiki, ricercata dalla Gestapo per la diffusione di alcuni volantini, si rifugiò negli USA e non fece più ritorno a Parigi, perlomeno da residente.

Gli ultimi anni non furono però sereni. Kiki era ingrassata, malandata di salute, dipendente dalle droghe (venne coinvolta in un traffico di stupefacenti) e si era ridotta a leggere la mano ai clienti dei bistrot. Morì nel 1953 per complicanze dovute all'abuso di alcool e droghe. Ai suoi funerali, tenuti a Parigi, partecipò una folla commossa che accompagnò il feretro sino al Cimitero di Montparnasse.

La scritta sulla sua tomba dice "Kiki, 1901-1953, cantante, attrice, pittrice".

http://it.wikipedia.org/wiki/Alice_Prin


1 commenti:

Mimì Bluette ha detto...

"Ho solo bisogno di una cipolla, un tozzo di pane e una bottiglia di vino rosso, e troverò sempre qualcuno che me li offre"

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