La Madonna dal collo lungo è un dipinto ad olio su tavola di cm 216 x 132, realizzato tra il 1535 ed il 1540 dal pittore Parmigianino. È considerato uno dei dipinti più importanti e rappresentativi del Manierismo italiano. circa dal pittore italiano
Un aspetto tipicamente manierista di quest'opera è lo sconvolgimento delle proporzioni umane effettuato dal Parmigianino, come del resto il titolo suggerisce: ma non solo il collo della Vergine è più lungo del normale: si guardi la gamba dell'angelo sulla sinistra, le dita di Maria e il corpo della stessa, grande circa il doppio di quello degli angeli. Per non parlare poi del bambino Gesù, grottescamente gigantesco rispetto alle vere dimensioni di un neonato. Questo incredibile allungarsi delle figure produce un distaccamento delle figure dalle imperfezioni della natura; ma non è, come avveniva nel Rinascimento, una ricerca della perfezione, bensì piuttosto una deformazione intellettualistica: si noti anche la rassomiglianza tra l'urna che l'angelo sulla sinistra tiene in mano e la sua stessa coscia. Particolarmente interessante è il piede destro della Vergine: sebbene sia appoggiato sui cuscini al margine inferiore del dipinto, sembra essere proiettato verso l'esterno dell'opera stessa, rompendo il tradizionale modo di osservare una pittura. Infine, Gesù è appoggiato molto precariamente sulle gambe di Maria, e sembra che possa cadere in qualsiasi momento.
Essendo un'opera dipinta per un'élite, Parmigianino inserì volontariamente riferimenti a due delle opere più importanti del Rinascimento: la Sacra Conversazione di Piero della Francesca per quanto riguarda il bambino abbandonato sulle gambe di Maria, e la Pietà vaticana di Michelangelo per quanto riguarda invece la fascia sulla veste di Maria, che però nel dipinto è invertita: un'ulteriore affermazione della rottura dell'opera con il Rinascimento, e la proclamazione di una nuova corrente che omaggia angoscia, drammaticità, deformazione, disarmonia, tormento e irrealtà: il "vero" Manierismo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Parmigianino
Nel 1902, Amedeo Modigliani si trasferisce dalla sua città natale Livorno a Firenze per frequentare la Scuola libera di Nudo. Nell'anno di residenza nel capoluogo toscano, Amedeo ha modo di visitare gli Uffizi.
E' qui che vede, per la prima volta, la "Madonna dal collo lungo" di Parmigianino.
Già negli anni addietro, in compagnia della madre, aveva visitato diversi musei nel sud dell'Italia. In uno di questi viaggi dell'infanzia rimase incantato dalle sculture di Tino da Camaino.
E quando visitò gli Uffizi di Firenze potè scoprire la forte assonanza tra lo scultore medievale e il pittore manierista.
Negli anni successivi, a Parigi, sviluppò il tratto caratteristico della sua pittura che, però, si manifestò inizialmente attraverso la scultura: i famosi colli lunghi.
Molto studiosi, a ben ragione, riscontrano nelle sculture e nei dipinti di Modigliani una sintesi dello stile scultoreo di Tino da Camaino e il collo lungo della Madonna del Parmigianino.
La stessa verticalità dei due precedenti artisti si sviluppa sulle tele di Modigliani; quella verticalità che dona elegenza e recercatezza, ma il cui vero obiettivo è la manifestazione della forte vitalità dei personaggi ritratti.
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